Lavoro in banca: ben retribuito e di prestigio

Un tempo lavorare in banca era sinonimo di privilegio, grazie ai bonus che i bancari potevano vantare e alla sicurezza e bontà del settore creditizio italiano. Ora la situazione è un po’ cambiata, le banche italiane, travolte dalla crisi del debito e costretta a ricapitalizzare dall’Eba, sono molto meno solide e hanno perso molto del proprio valore di borsa. Una cosa però è rimasta intatta, o quasi, il fascino che gli istituti di credito suscitano soprattutto tra i lavoratori più giovani. Certo non ci sono più i bancari di una volta ( e forse nemmeno i banchieri) che potevano vantare salari d’oro e benefit esclusivi, ma la banca resta sempre la banca. Secondo quanto emerge dall’indagine “Immagine e reputazione del lavoro in banca”, condotta dall’istituto di ricerca Ipsos per conto della FABI (Federazione autonoma bancari italiani), infatti quasi nove giovani su dieci, tra i 18 e i 25 anni, considerano quello del bancario un impiego ben retribuito (anche se meno che in passato).

Inoltre tre su quattro ritengono che la professione del bancario offra la possibilità di ricevere un’adeguata formazione interna e più di uno su due (il 53%) attribuisce a tale attività un buon prestigio sociale. Per queste ragioni più di quattro giovani su dieci del, il 41% campione ha preso in considerazione, almeno una volta nella vita, l’idea di andare a lavorare in banca. I motivi del fascino che la banca ha sui giovani (e anche meno giovani) sono presto detti.

Oltre al fatto di pensare che sia un lavoro ben retribuito, il 69% del campione pensa che offra pari opportunità a uomini e donne e il 66% lo ritiene un lavoro adatto ai giovani brillanti. E ancora il 64% lo ritiene un lavoro ad alta professionalità, che prevede la possibilità di fare carriera (65%) e che sarà sempre più importante per il futuro (60%).

Ma anche dall’esterno si percepisce che non son tutte rose e fiori. Infatti, tra gli aspetti negativi viene indicato lo stress che il tipo di lavoro induce, la non sempre scontata stabilità lavorativa e la mancanza di meritocrazia. In concreto solo il 47% dei giovani e il 42% degli over 56 ritiene che quello del bancario sia un lavoro tranquillo, mentre poco più di un terzo degli intervistati (il 35%) considera l’ambiente della banca come un luogo dove talento e capacità sono premiate.
Insomma la crisi si è fatta sentire è ha un po’ sbiadito l’immagine del lavoro in banca, che tuttavia, secondo l’Ipsos è riuscito a preservare la propria professionalità. Dato confermato anche dal fatto che l’80% del campione giudica il personale della propria banca positivamente, anche se ciò non si traduce in un apprezzamento di pari entità della banca stessa.

Nel commentare i dati all’Ansa, il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, ha sottolineato che: “il posto di lavoro in banca, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, ha saputo mantenere il proprio appeal, come riconosce ampiamente il campione intervistato nel sondaggio: i diritti acquisiti dei lavoratori sono rimasti intatti e il potere d’acquisto dei salari ha resistito all’inflazione“.

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